L’Alchimia della Gratitudine (Intervista Osho Times Italiano Marzo 2018)

1.      Cos’è per voi la gratitudine?

Svarup:

Percepisco la gratitudine come uno stato luminoso e leggero dell’essere, rilassato ed espanso. Quando sono grata, apprezzo la vita nella sua totalità, e sento che va tutto bene, che sto ricevendo esattamente ciò di cui ho bisogno. Questo sentire viene dal profondo del mio cuore e mi rende fiduciosa e ricettiva verso l’esistenza.

Di certo l’esistenza non è lineare come la nostra mente logica, per cui le cose magari non arrivano nel modo in cui ce le aspettiamo. La vita si muove in modo più organico: a volte, riusciamo a cogliere i doni nascosti in un’esperienza difficile solo alla sua conclusione.

Ho sperimentato un profondo e continuo senso di gratitudine qualche mese fa, in una stanza di ospedale a Istanbul, dopo un grave incidente che ci ha costretti entrambi a smettere per un po’ di “fare” e a entrare in sintonia con l’ “essere”.

Questo è successo nella notte più sacra per l’Islam, che si chiama Bhairam. Durante quella notte, si dice, i tuoi desideri più profondi si avvereranno. Io ero in uno stato di shock dopo l’incidente e quella notte la mia mente non era in grado di formulare alcun desiderio.

Ma la mattina successiva, proprio al mio risveglio in questa stanza d’ospedale aliena, con vista su una interminabile linea di grattacieli, ho capito. Mi è arrivata un’immagine della nostra casetta sull’isola di Lesbos e il mio cuore si è rilassato. Era da un po’ che desideravo fare una pausa più lunga dal lavoro e assaporare la vita di tutti i giorni a casa. La vita nella sua saggezza mi aveva condotto esattamente dove avevo bisogno di essere. Di certo non avrei immaginato che sarebbe accaduto in quel modo, dovendo annullare impegni e appuntamenti, ma dal profondo del mio cuore potevo riconoscere come questo “stop” facesse parte di una visione molto più ampia.

Questa realizzazione cominciò ad aprire uno spazio interiore di gratitudine ancora più vasto, gratitudine verso la vita, verso tutti gli amici e compagni di viaggio che ci erano vicini in quel momento in un cerchio di amore e luce.

Questa gratitudine era alchemica. Cominciai a vedere lo staff dell’ospedale in una luce diversa, come esseri umani amichevoli e sensibili. Alla fine, quando lasciammo l’Ospedale alla volta del nostro uliveto in Grecia, erano cresciuti tra noi e loro un senso di intimità e dolcezza e una fragranza di guarigione. Alcuni di loro chiesero addirittura se eravamo insegnanti di qualcosa, perché c’era un’energia così positiva attorno a noi. Con la coda dell’occhio intravedevo Osho che ridacchiava…

 

Premartha:

La gratitudine è uno stato dell’essere. Non è necessariamente un’azione, o visibile. È un sentire privato, non è qualcosa che puoi produrre. In effetti, è sempre presente. Senza gratitudine non saremmo in grado di vivere molto a lungo.

C’è gratitudine in ogni azione, perché in ogni azione c’è uno scambio. Puoi sentirlo proprio adesso, nella tua vita attuale: c’è sempre della gratitudine. Ti fa muovere, ti fa agire…

Quando arriva, la gratitudine ti rende morbido e dolce. Intenerisce la vita e porta via il dolore dal corpo.

Ho sperimentato la gratitudine in due forme: gratitudine ricevuta, gratitudine offerta. Tutt’e due sono importanti. C’è grazia nell’essere presente e offrire gratitudine, ma è essenziale anche riceverla.

Qualche tempo fa ho avuto un incidente. Sono caduto dalla montagna a Hizir Camp, nell’Anatolia Turca. Il mio corpo è stato schiacciato, lacerato e si è rotto. Sembrava che fosse arrivata la fine.

Ma nel periodo successivo mi sono arrivati così tanto sostegno e cura che non c’era modo di lasciare questa vita. A un certo punto, il mio corpo dovette essere trasportato dalla Turchia a Lesbos, la nostra casa Greca. Ci fermammo in un posto di ristoro, un luogo semplice. Con l’aiuto di tutti, fui trasportato fuori dall’auto. Non riuscivo quasi a riconoscere il mio corpo, ma questo non sembrava influenzare l’allegria generale. All’improvviso, fui travolto da un’ondata di gratitudine, così deliziosa, così bella, così misteriosa… Non capivo che cosa stesse accadendo, non ne comprendevo l’origine, ma le lacrime cominciarono a scorrermi lungo le guance. Per nessuna ragione apparente, sentii la gratitudine che toccava il mio cuore.

 

2. Che posto ha la gratitudine nel vostro lavoro?

Svarup:

La gratitudine è importante perché è connessa alla fiducia, al rilassamento e alla ricettività. E queste qualità sono essenziali per vivere la vita in amore, creatività e meditazione.

Ma non è facile non lottare con la vita e arrendersi a ciò che arriva. Siamo spesso troppo impegnati, o a cercare in tutti i modi di arrivare dove pensiamo di dover essere, oppure a isolarci perché sentiamo di non poterci fidare di quello che arriva. Questa tensione interiore ha spesso origini profonde nella nostra infanzia.

Riscoprire in noi la gratitudine è un passaggio essenziale nel nostro lavoro di Primal.

Da piccoli, abbiamo dovuto tutti imparare a dire “grazie” per quello che ricevevamo dai nostri genitori, nel bene e nel male. Non eravamo in grado di discernere tra ciò che volevamo accettare da loro e ciò che non ci apparteneva. Eravamo obbligati a ricevere tutto, compreso il loro dolore nascosto e i loro fardelli. Cercavamo in tutti i modi di renderli felici, anche a costo di sacrificare la nostra vera natura.

Più tardi, nella nostra vita adulta, questo senso di obbligo, questo stress, diventa un muro solido che ci impedisce di interagire con la vita in fiducia e ricettività. È una tensione interiore che blocca la nostra capacità di riconoscere ciò che ci nutre e di ricevere le benedizioni che la vita ci impartisce in tanti modi diversi.

Nel lavoro di Primal, il primo passo è riconoscere ed esprimere tutte le emozioni che ci si sono accumulate dentro da bambini. Ma una volta che il legame malsano con i genitori si è dissolto, ci si sente vuoti e vulnerabili. Il nostro bambino interiore ha ancora bisogno dei suoi genitori… E questo è lo spunto giusto per la vera gratitudine.

Quando comprendiamo che non c’è più alcun prezzo da pagare e nessun fardello di cui doversi caricare per loro, possiamo vedere i nostri genitori  sotto una luce diversa. Come esseri umani, con un lato oscuro e un lato luminoso. In questo modo, diventa molto più facile riconoscere i loro veri doni. E possiamo finalmente aprirci a riceverli.

Il momento della gratitudine è sempre molto toccante nei gruppi. È un nutrimento per noi vedere come tutti riescono a riscoprire quello che hanno veramente ricevuto dalla madre e dal padre, e come ora possono accettare questi doni e portarli nella propria vita. In quel momento, madre e padre diventano veicoli dell’esistenza: anche se magari i loro doni personali non sono stati tanti, attraverso di loro ci è arrivata la vita, con tutte le sue meraviglie…

 

Premartha:

Anche se la gratitudine non è qualcosa che si può fabbricare, può sempre essere qualcosa che possiamo imparare.

Abbiamo perso il contatto con la gratitudine. Forse addirittura la consideriamo una debolezza, l’atteggiamento perdente di chi non sa competere e finisce per essere grato per tutto e tutti senza davvero sentirlo.

Ma possiamo imparare ad aprirci al mistero di una vita preziosa, vissuta in gratitudine.

Quando ci apriamo al nostro bambino interiore, ci riapriamo alla parte più innocente e dolce in noi.

Il bambino trabocca di gioia di vivere. Noi, in quanto adulti, dobbiamo trovare un modo per trasformare questa gioia in gratitudine, per poterci aprire a ricevere di nuovo. Dovremo mostrare al bambino dentro di noi, senza manipolarlo, che cos’è la vera gratitudine.

La gratitudine risvegliatasi nel bambino si volge spontaneamente verso i suoi genitori. Il bambino, l’adulto, e i nostri genitori possono ora ballare e celebrare contenti di essere di nuovo amici.

 

3. Qual è la connessione tra gratitudine e meditazione?

Svarup:

La forma più elevata di gratitudine è come la meditazione, senza scelta, non più selettiva. Non ha più importanza quale sia l’oggetto di questa gratitudine. Possiamo aver fiducia che qualsiasi situazione, buona o cattiva, dolorosa o dolce, è un’opportunità per ricevere i doni nascosti della vita. In questo sentire, si è veramente liberi.

 

Osho racconta:

Pochissime donne hanno raggiunto le vette dello Zen.

Rengetsu è una di queste rare donne.

Stava facendo un pellegrinaggio. Arrivò a un villaggio al tramonto e chiese alloggio per la notte, ma la gente del villaggio le sbatté la porta in faccia. Erano contro lo Zen.

Lo Zen è così rivoluzionario, così totalmente ribelle, che è molto difficile accettarlo. Se lo accetti, sarai completamente trasformato: passerai attraverso un fuoco, non sarai mai più lo stesso. Per questo la gente tradizionale è sempre contro TUTTO ciò che è autentico nella religione. La tradizione è tutto ciò che è falso nella religione. Gli abitanti di quel villaggio dovevano essere dei Buddhisti tradizionali e non permisero alla donna di rimanere in città: la buttarono fuori.

Era una notte fredda e la donna era senza alloggio, e aveva fame.

Si rifugiò sotto un ciliegio, nei campi. Faceva molto freddo e non riusciva a dormire bene. Era anche pericoloso… animali selvaggi e tutto il resto…

A mezzanotte si svegliò, per via del freddo eccessivo, e vide nel cielo notturno primaverile, i boccioli completamente aperti del ciliegio che sorridevano alla Luna nebbiosa. Toccata profondamente dalla bellezza, si alzò e si inchinò con riverenza in direzione del villaggio.

Questo è tathata.

 

Grazie alla loro gentilezza nel negarmi alloggio

Mi sono ritrovata

Sotto i boccioli

In questa notte di Luna nebbiosa

 

Si sente grata. Con immensa gratitudine ringrazia la gente che le ha negato alloggio, altrimenti ora sarebbe addormentata sotto un tetto normale e avrebbe perso l’occasione di ricevere una tale benedizione… Questi fiori di ciliegio, il loro bisbigliare alla Luna nebbiosa e questo silenzio della notte, questo silenzio assoluto della notte. Non è arrabbiata, lo accetta. Non solo l’accetta, gli dà il benvenuto, si sente grata

Zen: The Path of Paradox, Vol. 3 #5

 

Premartha:

Prova questa meditazione:

Trova un posto in cui puoi restare indisturbato.

Rilassa il corpo, siediti o stenditi, e chiudi gli occhi.

Porta la tua attenzione a questo momento.

Inizia a respirare profondamente in modo regolare, massaggiando sofficemente col tuo respiro il chakra del cuore.

Ora aggiungi l’esperienza della gratitudine: con ogni inspirazione, ricevi gratitudine, e con ogni espirazione offri gratitudine.

Dopo un po’, includi anche il movimento.

Lascia che il tuo corpo si muova e danzi con la sensazione della gratitudine. Può essere un movimento soffice, o estatico, o silenzioso.

 

Alla fine, siediti o rimani in piedi in silenzio, e senti la gratitudine tutta intorno a te.

Manda questa gratitudine a tutto e tutti. Gratitudine per il bene, gratitudine per il male, gratitudine per la dolcezza, gratitudine per il dolore.

Questo trasformerà il modo in cui sperimenti la vita.